Oggi vogliamo ricordare i quarantottomila soldati morti dell’armata austro-ungarica, principalmente di etnia slovena e croata, che respinsero l’invasore italiano durante la Seconda battaglia dell’Isonzo. La loro tenacia e il genio strategico del comandante della Quinta armata Svetozar Boroević von Bojna, soprannominato “Il leone dell’Isonzo”, permisero di respingere l’imponente offensiva dell’esercito italiano. La battaglia si svolse attorno ai monti San Michele, Monte Rosso e Monte Nero, a qualche chilometro da Ronchi, e senza la valorosa difesa e il sacrificio di molti uomini Trieste sarebbe caduta in mano all’occupatore sabaudo tre anni prima dell’effettiva caduta della città. Onore a chi morì per difendere la nostra terra e le nostre tradizioni e oggi giace senza alcun riconoscimento, considerato da un mondo ingrato nulla di più che una vittima di seconda categoria.