Un mio recente viaggio a Milano ha messo in luce tutti quei dubbi e quelle domande che dal 2022 mi ero posta.
Partita per una frivola gita nella Capitale della moda, torno esausta e raccapriciata dalla superficialità impermeata in questa città e una cosa mi pare oramai chiara: gli Uomini sono stati trascinati in una spirale di perdizione, abbandonando le regole intrinseche della Concezione dell’Esistenza e della Percezione, abbiamo dimenticato la nostra Natura e la potenza della nostra Volontà.
Milano è una gabbia e la gente vive, magari pure felice, ma in cattività, rinchiusa in chilometri di cemento. Non si accorge del cappio al collo che la città ti impone perché la loro Volontà viene plasmata in modo da rientrare negli interessi della città e non del singolo: le feste, il lusso, l’abbandono all’estetismo, sono tutti in funzione dell’interesse Capitale: più consumo, più fatturato.
La Volontà viene per lo più schiacciata dalla frenesia di una città che non da tregua: se sei infelice è perché ti sta mancando qualcosa, e a Milano questo qualcosa sono le feste, i locali privé migliori e quindi i soldi. Dell’Anima umana nessuno si preoccupa, quasi non l’avessero più davvero, nessuno sembra interessato ad accrescere il proprio Potere Spirituale o a porsi quelle domanda che per migliaia di anni hanno differenziato L’Uomo dall’Animale.
Il “Perché” nell’agire, non esiste: nessun significato si cela dietro una vita in festa ed in superficialità.
Vorrà questo forse dire che è sbagliato festeggiare?
Assolutamente no, ma vietato dovrebbe essere se fatto senza un Perché.
E così il lavoro, ed ogni cosa in questa Vita Umana:
Siamo degni solo quando consapevoli che ogni nostra azione deve essere un atto di Volontà e non un trascinarsi in preda alla corrente di chi pretende di disegnare ogni “letto di fiume” che scorre.
Che questa sia una situazione generalizzata a livello sociale lo si capisce del fatto che nemmeno la dicotomia politica di Destra e Sinistra riesce più a differenziare le abitudini del consumo di una classe sociale piuttosto che l’altra, creando così un unicum modus operandi sociale e di Pensiero. La differenza tra un ventenne “di destra” e uno “di sinistra” non sta quindi più nella comprensione e visione dell’Esistenza nelle sue più svariate forme, ma rimane superficiale come la città in cui vivono: i vestiti, i filtri per le foto social, i locali che frequentano.
La vuotezza di intere generazioni, inebriate dal “consumo facile”, limita ogni ambizione personale e la ricerca di un riscatto sociale.
Nessuno, quanto Aldous Huxley, aveva previsto così chiaramente la degenerazione umana verso una società totalitaria che inibriasse a tal punto ogni Volontà, limitando l’esistenza umana ad una questione di consumo (in tutti i sensi: energetico, economico e sociale).
Quando c’è da presentare un totalitarismo, prendono tutti in considerazione il capolavoro Orwelliano, che per quanto rimanga capolavoro, non fa bene intendere la gravità della situazione in cui siamo immersi, perché il suo totalitarismo appare a noi lontano, come se “l’avessimo scampata”, quella malvagità totalitarisrica che controlla gli uomini con il terrore e la paura.
Questa lontananza dalla realtà che si percepisce negli scritti di George Orwell, non è più la stessa se prendiamo in considerazione la testimonianza del suo insegnante: Aldous Huxley nel suo romanzo “Il mondo nuovo” riesce a centrare completamente l’essenza di un totalitarismo non più basato su emozioni negative e pressioni, tutt’altro: si sofferma sulla descrizione di un mondo in cui i Soggetti sono inermi e abbandonati alla dopamina dei continui “piaceri immediati” che lo Status Quo si riguarda dal non far mancare:
I legami affettivi e familiari devono lasciare spazio ad una società disinibita, fortemente sessualizzata ed incapace di creare rapporti duraturi; non esiste più alcun essere umano che si interroghi sui grandi misteri della Vita e della Morte, perché i pensieri non possono essere capitalizzati e quindi vanno banditi, o se non altro limitati e influenzati quanto più possibile da un continuo “bombardamento pubblicitario”.
Quanto più simile è la descrizione totalitarisrica Huxleyiana alla Milano di oggi, che copre i suoi monumenti secolari con schermi pubblicitari e i suoi disagi sociali con eventi mondani, tanto meno viene citato l’autore, con le sue opere, negli articoli giornalistici e nei testi scolastici.
La parvenza di Libertà, per milioni di cittadini, si basa sulla possibilità di scegliere in quale locale consumare il proprio stipendio o con quali vestiti (o meglio “svestiti”) monetizzare il proprio corpo online.
L’umiliazione di un “Animale” che era stato in grado di vedere Dio (e qui mi permetto di definire la parola “Dio” non in quanto figura o mito religioso, bensì come l’essenza stessa della Percezione dell’esistenza) ed ora ritorna allo stato brado di chi si rifiuta di sfruttare le sue potenzialità.
Io ho 24 anni e c’è una cosa che a questo punto vorrei chiedere a tutti i giovani più o meno miei coetanei:
Vi va davvero bene barattare la possibilità di imprimere la vostra Volontà nella Storia che stiamo scrivendo, con una Vita effimera, accomodante e di cui nessuno avrà più memoria tra qualche decennio?
Nel caso contrario, sappiate che ci sarà sempre un “Fronte” contrario che, come una primula in primavera, con delicatezza e passione, abbatterà il freddo per far spazio ad una nuova stagione di rinascita e che questo Fronte è qui che vi aspetta.
Irene Michelini