Per parlare della genesi della massoneria è indispensabile concentrarsi sul suo evento fondante, che non si riscontra nella storia propriamente detta, ma si innesta nella mito-storia: è il mito l’elemento architettonico fondamentale, che in quanto tale racchiude in sé e condensa lo scopo, le caratteristiche, l’impostazione storica e le prospettive operative delle officine massoniche. Che fosse Hiram – il mitico architetto del tempio di Salomone – oppure Jacques de Molay[i] -, ultimo Gran maestro templare – il fondatore della massoneria, non importa più di tanto dal punto di vista del rigore storico: l’importante è la potenza simbolica e l’allegoria veicolate dal mito. C’è chi vede nella massoneria moderna la continuazione delle antiche corporazioni di mestiere romane e medioevali (gilde), tesi comunque dibattuta, vista la mancanza pressoché completa di riferimenti diretti nonché la notevole differenza tipologica tra queste antiche istituzioni e la massoneria moderna, costituita nel 1717.[1]
Tra le prime società ad operare secondo un modello proto-massonico si possono contare, oltre ai Pitagorici, anche i Dionisiaci di Iona che custodivano, tra le altre cose, la sapienza teorica e pratica dei propri architetti e ingegneri.[2] La moderna massoneria – comunque differente da queste antiche confraternite di cui poco si sa, e ad ogni passo per tentare di illuminare i suoi segreti si rischia di sprofondare nell’ignoto – viene da un autore descritta come « un’istituzione filantropica, progressista, i di cui membri vivono in fratellanza e sotto il livello d’una dolce eguaglianza. Là si dimenticano le frivole distinzioni della nascita e della fortuna e quelle altre distinzioni non meno assurde delle altre opinioni e delle credenze. »
Prosegue sostenendo che « l’unica superiorità che la Massoneria riconosce è quella dell’intelligenza » e che « il massone è cittadino dell’universo, poiché non v’è punto della terra sul quale non incontri dei fratelli solleciti ad accoglierlo, senza bisogno di essere loro raccomandato diversamente, che dal nome di massone, né di farsi conoscere che per il segno e la misteriosa parola adottata dalla gran famiglia degli iniziati ».[3] Questa la descrizione della massoneria data da un massone.
L’origine « moderna » dell’organizzazione segreta è attribuita al 1717, quando a Londra venne costituita la « Grand Lodge of London ». Dall’Inghilterra, poi, si espanse come un leviatano sotterraneo, dapprima in Francia – dove si vuole che l’abbia introdotta direttamente Carlo II, nel suo esilio forzato dopo la Rivoluzione inglese -, poi in Germania, indi in tutto il mondo. Il rito originario inglese, composto dai 3 gradi detti “simbolici” (rispettivamente: Apprentice, Fellow-craft e Master), si sviluppò e mutò col tempo, specialmente in Francia, dove venne successivamente introdotto il Rito scozzese antico e accettato, che diverrà poi il rito maestro delle logge europee. E’ stato segnalato[4] che i termini di Libero e Accettato sono da ricollegare all’epoca in cui la massoneria – inizialmente società esclusiva per chi si occupava di edilizia e architettura – si aprì anche agli adepti che non erano necessariamente muratori o architetti, ma anche commercianti, banchieri, mercanti ecc. Fu probabilmente questa osmosi di elementi alieni alla composizione originaria che portò la massoneria a divenire, poi, nell’Ottocento, il fulcro e l’espressione del c. d. « Terzo Stato », cioè della classe borghese mercantile e bancaria.
Scopo
L’attività di loggia, sviluppandosi necessariamente nel segreto, è per così dire autoreferenziale: è con la stessa riunione dei fratelli che la massoneria raggiunge i propri scopi. Anzitutto bisogna discriminare tra gli scopi esteriorizzati, che si identificano soprattutto negli ideali di Libertà, Eguaglianza, Fraternità e Laicità della Rivoluzione francese, e gli scopi diciamo « occulti » che non sono dati conoscere ai profani – e bisogna tenere ben presente, che i primi sono quasi sempre funzionali ai secondi. Per i primi è il funzionamento stesso della loggia che garantisce per la loro riuscita: se un gruppo di persone, interconnesse tra di loro attraverso l’appartenenza all’officina massonica, si propone di seguire determinati valori morali o ideali, automaticamente muta la società in cui essi stessi vivono. In seguito si tratterà della semplice lotta per l’egemonia tra la società reale, che ha le sue proprie caratteristiche (spesso negative) e la società massonica parallela: se la seconda, espandendosi con nuovi adepti, soggioga la prima, alla fine la sostituisce, portando al risultato che l’intera società civile segue determinati principi, cioè quelli impostati nella culla della massoneria. È così che le abitudini e le attitudini della società civile, con le sue proprie mode di passaggio, vengono occultamente manovrate, sia nel bene che nel male. Un tale metodo può essere infatti utilizzato sia per propagare effettivamente l’amore tra gli uomini, l’etica, la morale e il rispetto reciproco sia, a rovescio, per inculcare ad es. l’odio interetnico, piuttosto che questa o quella moda del momento, questo o quel trend commerciale ecc. È un dato di fatto assodato dalla storia che nessuna rivoluzione sociale, politica o ideologica ebbe mai origine dalla mera volontà popolare, ma fu sempre orchestrata e gestita da ambienti ristretti evidentemente « esterni » al popolo. Lo stesso vale anche per le banali scelte commerciali quotidiane, per le varie mode momentanee, per la propaganda politica, televisiva, giornalistica e così via.
Per quanto riguarda gli scopi « occulti », essendo pesantemente vincolati dal segreto, non possono essere facilmente intravisti; l’analisi deve perciò basarsi sui pochi dati certi, pervenuti specialmente da fuoriusciti, concentrandosi allo stesso tempo sulle novità, sugli stili di vita e sulle forme di pensiero che sono state mano a mano adottate dalla società civile. Così come agli albori della fisica quantistica Heisenberg decise di considerare solo ciò che è osservabile, del pari anche nello studio delle sette segrete bisogna procedere analogamente: prendere atto di ciò che la massoneria ha portato nei termini dei cambiamenti nella società civile e da questo, a ritroso, procedere per cercare di determinare i suoi veri scopi.
Che la massoneria sia spiccatamente anticattolica – se non completamente anticristiana – è un fatto abbastanza conclamato, considerate anche le interessanti dichiarazioni di un fuoriuscito dalla massoneria francese, Maurice Caillet, attivo per quindici anni e divenuto anche Venerabile: nel suo libro Ero massone parla della sua conversione al cristianesimo cattolico e descrive puntualmente le incompatibilità e le incongruenze tra massoneria e cristianesimo – sostiene anzi apertamente che la persona da abbattere, per la massoneria, è il papa. Inoltre, in una sua intervista del 2010, afferma che in massoneria gravitano vari tipi di persone: « Quando ero Venerabile (o presidente) di loggia, avevo suddiviso i miei “fratelli” in tre categorie: un terzo di idealisti che sperano di migliorare l’uomo e la società (senza l’aiuto di Dio: si chiama pelagianesimo), un terzo di arrivisti che contano sulle loro nuove relazioni per migliorare la loro posizione sociale, un terzo di assistiti che hanno bisogno di una famiglia in cui sentirsi al sicuro, alla maniera dei clientes delle famiglie influenti ai tempi della società romana antica. Ma certamente non c’è una separazione ermetica fra queste tre categorie. »[5]
Oltre a ciò, c’è una società, derivata direttamente dalla massoneria, in cui gli ideali anticristiani sono centrali: gli Illuminati di Baviera.
Gli Illuminati
Gli Illuminati di Baviera erano una società segreta di derivazione massonica, anche se divennero, col tempo, una società parallela e a sé stante rispetto alla massoneria. Fondati dal dott. Adam Weishaupt (professore di diritto canonico a Ingolstadt) nel 1775, vennero scoperti e aboliti dall’Elettore di Baviera nel 1786, anche se la società risultava ancora attiva nei decenni successivi, sotto altro nome e con altre coperture. Questo lo confermano le stesse perentorie parole di Weishaupt: « Ho considerato ogni cosa, e così l’ho preparata, che se l’Ordine dovesse oggi andare in rovina, lo ristabilirò in un anno più brillante che mai ».[6]
Ma quali sono gli scopi dell’ordine?
La detronizzazione dei regnanti, la distruzione del potere papale, l’appiattimento della società civile, tutte cose che dovrebbero portare, secondo la loro logica, alla felicità generale. Questo complesso messianico condiviso, assieme ad una volontà di potenza e di dominio spropositati, hanno portato in pochi anni l’ordine degli Illuminati a instillarsi in tutte le istituzioni della Baviera, incluse quelle che avrebbero dovuto controllare le società illegali. E così che Weishaupt, alias Spartaco, poté scrivere al suo fratello Catone: « Con questo piano dirigeremo tutta l’umanità. In questo modo, e con i mezzi più semplici, metteremo tutti in moto e fiamme. Le occupazioni devono essere assegnate e congegnate in modo tale che possiamo, in segreto, influenzare tutte le transazioni politiche ». Altrove leggiamo: « Non deve mai (a la Jesuite) venire in vista un solo scopo che sia ambiguo e che possa tradire i nostri obiettivi contro la religione e lo stato. Si deve parlare a volte in un modo e a volte in un altro, ma per non contraddirci, e affinché, rispetto al nostro vero modo di pensare, possiamo essere impenetrabili. »[7]
Con la soppressione dell’ordine nel 1786 tutto questo venne apparentemente interrotto. Ma non fu così.
Parallelamente, infatti, si venne a costituire un altro ordine, ufficialmente un’associazione di lettura, chiamato Unione tedesca, ove i progetti degli Illuminati poterono continuare il loro corso.
Il segreto
Alla sua iniziazione, il massone giura di non svelare mai gli arcani massonici. Ma cosa succede se qualche dissidente disattende questo giuramento? Sicuramente andrà in contro a tutta una serie di ingiurie, che possono compromettere pesantemente la sua carriera professionale, sociale o politica, ma si arriva anche alle minacce personali. Il sopra citato Maurice Caillet, per la sua opera di divulgazione, è incorso più volte in minacce, tanto che dovette spostarsi a vivere in Ispagna sotto copertura.
Un altro caso storico e abbastanza conosciuto riguarda la massoneria americana dei primi decenni dell’Ottocento, quando un fratello di nome William Morgan, per una disputa all’apparenza di poco conto, minacciò di rivelare al pubblico i segreti massonici con un suo manoscritto. Le sorti di questo fratello dissidente non sono chiare, sta di fatto che sparì dalla circolazione, e la pubblicazione del manoscritto fu fortemente osteggiata (una bandai massoni tentò anche di rubare il manoscritto presso dalle mani dell’editore sig. Miller; lo stesso poi accusò i massoni di aver tentato di bruciargli la casa).
Il giorno seguente Morgan venne arrestato per presunto furto, rimanendo in prigione sino a quando «il giorno 12 alle nove di sera si presentò alle prigioni un tale chiamato Loton Lawson, pagò la somma per la quale Morgan era detenuto, poi con l’aiuto di alcune persone che lo accompagnavano, fece montare per forza il prigioniero in una vettura che poco lungi aspettava e lo trascinò alla volta di Rochester, malgrado l’opposizione di alcuni che ivi transitando erano accorsi alle sue grida. Da quella sera Morgan non comparve più ».[8]
C’è poi un’altra testimonianza, quella fatta da Edward Giddins, magazziniere in una città vicina a Ontario:
« […] una schiera di massoni ad esso ignoti condussero presso di lui, la notte del 13 settembre 1826, un uomo fortemente legato da funi e imbavagliato da un moccichino bene stretto. Quell’uomo era Morgan. Lo accusavano di aver violato il giuramento massonico, ed essere per ciò incorso nella terribile punizione riserbata agli spergiuri. L’intenzione manifestata da coloro che lo conducevano era di ucciderlo e gettarne il cadavere nelle onde del lago Ontario. Ma prima di farlo, volevano compiere le solenni forme del giudizio, e non procedere all’esecuzione se non quando si fossero convinti che non avrebbe veruna seria obbiezione da elevare contro la sua condanna […] percui lo chiusero nel magazzino che stava sulla sponda del fiume. Ivi Morgan si provò di chiamare aiuto, ma perché imbavagliato non poté mandare che grida inarticolate; le quali giunsero ad una donna mora che andando per acqua era giunta presso il magazzino. Colpita da quei gridi, corse ad informarne Giddins; e questi li attribuì a spiriti che infestavano il paese. […] La discussione si prolungò il resto della notte, il domani e il dì appresso. Nel quale tempo Giddins fu chiamato per sue faccende poche miglia lontano […] e quando ritornò, non trovò né Morgan, né le persone che lo avevano ivi condotto. »[9]
Naturalmente resta sempre l’ipotesi secondo la quale Morgan si sarebbe volutamente ritirato dalla società, ma è altresì verosimile – per evidenti motivi – l’ipotesi della sua uccisione per mano dei suoi ex fratelli, cosa che portò in seguito l’opinione pubblica a una generale sfiducia e sospetto nei confronti della massoneria. Di lì a breve si sarebbe infatti costituito il c.d. « partito antimassonico » che fece cessare per diversi anni le attività delle logge.
Riepilogo
La massoneria è un ordine iniziatico, il che implica un proprio corpus esoterico, di cui in questa sede non abbiamo trattato. Principalmente per due motivi: la complessità di certi concetti (principalmente derivati dagli antichi culti misterici, dallo gnosticismo cristiano e dal templarismo) e la mancanza di organicità del corpus esoterico della massoneria speculativa. È esasperante constatare con quale facilità i riti interni venivano rimpiazzati, modificati o addirittura reinventati, di fatto senza alcuna soluzione di continuità dal punto di vista della tradizione seguita. Ciò a conferma delle parole di Evola, per il quale la massoneria volgare speculativa altro non è se non una forza dell’antitradizione, l’esatto contrario della Via iniziatica sapienziale.
Fatti salvo gli alti gradi – di cui poco si sa – l’impressione che si ha è di assidua « vuotezza » spirituale, infarcita di concetti pseudo-filantropici, atti a nascondere i veri scopi sovversivi e politici.
Questa condizione rese la massoneria suscettibile dell’attrazione di ciarlatani alla Frank, necromanti, sedicenti alchimisti alla Cagliostro, falsari di ogni sorta a cui evidentemente piaceva il torpore dovuto al clima di segretezza delle logge. Tutti questi motivi rendono la massoneria poco interessante dal punto di vista spirituale: tutto si riduce a titoli reboanti, cerimonie pompose e vacuità (perlomeno apparente), che nascondono però gli obiettivi politici di uomini senza scrupoli e senza ritegno, come speriamo di avere dimostrato.
Nei prossimi articoli tratteremo più da vicino la situazione della massoneria italiana e di quella triestina, infine vedremo di « tirare le fila » di oltre trecento anni di massonismo, cioè dei cambiamenti sociali e culturali apportati dall’influenza delle società segrete.
NOTE
[i] E’ doverosa una precisazione: non c’è alcuna conferma, sul piano storico, di una diretto coinvolgimento di Jacques de Molay nella fondazione della massoneria. Innumerevoli logge si arrogano però il diritto di usufruire del mito della morte di Jacques de Molay – per mano del Re di Francia Filippo il Bello nel processo ai Cavalieri templari -, per giustificare il proprio operato. In Jacques de Molay essi intravedono la figura dell’oppresso da parte dei due poteri, ovvero del papato e del potere regale, e questo giustifica – nella loro narrazione – l’operato della massoneria, atto appunto alla distruzione sia del potere papale che di quello regale. C’è un richiamo inoltre alla famosa maledizione di Jacques de Molay, il quale avrebbe maledetto i suoi accusatori prima di finire sul rogo – maledizione che ebbe poi seguito, con la morte, in quello stesso anno, sia del papa che di Filippo il Bello. Alla rivoluzione francese, il Boia Charles-Henri Sanson, prima di calare la gigliottina alla testa del re, avrebbe detto: « Io sono un Templare, e sono qui per portare a compimento la vendetta di Jacques de Molay ».
[1] Si veda lo studio di Francesco Angioni, Sulla mito-storia della massoneria. L’autore, pur constatando le differenze fondamentali sul piano storico tra le corporazioni antiche e la massoneria moderna, sostiene la possibilità di una certa continuità tra queste organizzazioni sul piano esoterico, cosa comunque pressoché impossibile da determinare con certezza vista la scarsità di fonti.
[2] Per approfondimenti: https://www.romanoimpero.com/2012/07/misteri-dionisiaco-bacchici.html
[3] CLAVEL, F. T., B., Storia della massoneria e delle società segrete, trad. it. Carlo Sperandio, Tipografia S. Pietro a Maiella, 1873, p. 4
[4] ROBINSON, John, Prove di una cospirazione contro tutte le religioni e i governi d’Europa, p. 14
[5] https://www.tempi.it/ero-massone-storia-di-maurice-caillet-l-ex-venerabile-convertito-al-cattolicesimo-grazie-a-lourdes/#.Vd4vifntmko
[6] ROBINSON, Op. cit., p. 74
[7] Ivi, p. 75
[8] CLAVEL, Op. cit., p. 223
[9] Ibidem
La massoneria è la principale contro-iniziazione, nel senso dell’esoterismo sorto nella modernità contro l’esoterismo e l’exoterismo della Tradizione. A partire da questo presupposto integro il post con ulteriori elementi.
Il relativismo anti-tradizionale modernista della massoneria si riflette anche nell’assenza di gerarchia della sua struttura ad “arcipelago”: ogni obbedienza massonica si fa le sue regole individuali e, in base a queste, si relaziona o meno con le altre obbedienze riconoscendole o no. I principali discrimini regolamentari sono l’ammissione o meno delle donne, di atei/agnostici e della politica dentro l’obbedienza. La principale obbedienza triestina è il Grande Oriente d’Italia.
A partire dalla struttura orizzontale in obbedienze, composte da logge con fratelli di 3 gradi (apprendista, compagno, maestro) la massoneria ha una struttura verticale in altezza e una struttura verticale di profondità. La struttura verticale in altezza – “grattacieli sulle isole dell’arcipelago” – è costituita dai diversi riti che continuano i gradi dal 4° in su arrivando, per esempio, nel Rito Scozzese al 33 e nel Rito di Memphis e Misraim al 90 e oltre a seconda delle interpretazioni, entrambi praticati nel Grande Oriente d’Italia a Trieste.
La struttura verticale in profondità – “eventuali grotte sotto le isole dell’arcipelago” – è costituita da officine informali che ufficialmente non esistono e sono costituite da “fratelli coperti all’orecchio”. gli scopi occulti possono essere di vario tipo, da quello di potere occulto come nel caso famoso della P2, fino alla magia rossa erotica come nel caso del rituale sceneggiato nel film “Eyes Wide Shut” da Stanley Kubrik, ex massone deceduto misteriosamente proprio dopo aver rivelato quel segreto rituale, praticato a Trieste con il nome di “Rituale delle lance e delle coppe” da un’officina informale chiamata “Il Castello”.
Apparente filantropia, falsa conoscenza, politica sottotraccia, occultismo magico sono mezzi diversi, ma volti all’unico scopo dell’abbattimento della Tradizione (Sacro romano Impero e Papato, Aquile bicipiti asburgiche e zariste, ecc.) e della preservazione del dominio dell’Anti-tradizione dalle rivolte. Nel crollo del movimento di massa Trieste Libera a causa di improvvisi dissidi interni deve aver svolto un ruolo importante il rituale occultista tenuto dall’officina del Castello offrendo attraverso i propri fratelli a una potenza spirituale delle bellissime modelle in cambio di far insorgere psichicamente la divisione tra i leader del movimento. Il metodo migliore in una società secolarizzata è sempre quello a cui nessuno crede.
Buongiorno, grazie per il prezioso contributo. Inutile dire che siamo perfettamente d’accordo con Lei sul carattere anti-tradizionale della massoneria moderna, e la ringraziamo per aver puntualizzato sulla struttura della massoneria triestina di cui – lo ammettiamo – non eravamo a conoscenza. Saluti