IN MERITO ALL’ARTICOLO “Trieste, la propaganda russa e i venti di guerra” DE IL PICCOLO

Le cose da dire in merito all’articolo sarebbero tante, per ora ci limitiamo qui a qualche piccola precisazione (per approfondire il resto invitiamo i curiosi a venire ai nostri eventi e conoscerci, un’occasione ottima sarà sicuramente il corteo unitario del 15 settembre che organizziamo assieme ad altre realtà attive per il TLT):

1) A parlare (e proporre) per primo di Trieste e del suo porto come pilastro di una nuova infrastruttura al servizio della NATO non è stato qualche propagandista moscovita o qualche pazzo dedito ai complotti, bensì l’Atlantic Council.
Cos’è l’Atlantic Council? Sarà forse un sito gestito dal KGB o da Putin?
NO. Si tratta di un think thank legato alla NATO e finalizzato a promuovere l’Atlantismo e il dominio imperialista a stelle e strisce.
Vedere e leggere per credere: https://www.atlanticcouncil.org/blogs/new-atlanticist/bridging-the-baltic-black-and-adriatic-seas-europe-nato/

2) Il curriculum del Prof. Pacini che è stato riportato nell’articolo del Piccolo è, per quanto non dica nulla di falso, a dir poco riduttivo. Specifiche di rilievo (come i suoi ruoli specifici di docenza, i suoi corsi di approfondimento svolti, i dettagli sui vari corsi di laurea portati a termine) sono state trascurate mentre è stata riportata la sua rispettabile formazione nel campo della cristalloterapia e aromaterapia e in alcune discipline sportive, come per sminuire di fronte al lettore la figura del professore.

3) Nell’articolo un passo recita:

“che include a vario titolo una quindicina di paesi, ma non l’Italia (e quindi Trieste)”.

“quindi Trieste”?

Trieste deve, per diritto internazionale, essere la capitale del Territorio Libero, indipendente, neutrale e demilitarizzato. Il fatto che non lo sia effettivamente rappresenta una violazione e un’usurpazione.

Trieste è trattata come una città dello Stato italiano, ma di fondo resta il fatto che giuridicamente Trieste non è e non sarà, almeno finché il Trattato di Pace di Parigi resterà valido, una città dello Stato di Roma.

Siamo consapevoli che Carte e diritti, se privi di una reale forza che li faccia valere, sono mera fuffa. È per questo che esistiamo, ovvero per cercare di formare e mobilitare una tale forza, che noi crediamo stia nel popolo.

Ci battiamo per liberare Trieste e per renderla una città di pace, aperta al dialogo e alle relazioni con tutti i paesi e popoli del mondo.

Per continuare, prendendo spunto da alcuni aspetti emersi nell’articolo:

È per noi inaccettabile veder ormeggiate nel golfo le portaerei nucleari statunitensi e avere nella marina militare Italiana una nave chiamata “Trieste”. Un insulto alla nostra storia e alla nostra identità. Un insulto a tutti gli uomini italiani e austroungarici che un secolo fa furono condannati al fronte da uno Stato che per conquistare Trieste tradì i suoi patti e ignorò il suo stesso Parlamento (dove prevalevano le forze neutraliste), trascinando milioni di persone in un immane fratricidio.È quindi un insulto rivolto a tutti i triestini slavi, perseguitati e discriminati dalle autorità fasciste.

Questi i motivi per cui già un anno fa abbiamo manifestato il nostro dissenso in Piazza Grande e al Molo San Carlo assieme al “Coordinamento No Green Pass e Oltre” per la presenza della USS Gerald Ford.

La nostra apertura di interessi e curiosità culturale ci ha portato anche ad affrontare, assieme a quello di tanti altri filosofi e politici (occidentali e non), il pensiero di Dugin che, pur essendo noi un movimento senza una marcata linea ideologica, rispettiamo senza pregiudizi.

Il nostro entusiasmo per le prospettive di liberazione (per quanto, per ora, purtroppo solo parziale) dei popoli oppressi dall’imperialismo dell’occidente, sorte con il cambiamento in senso multipolare degli equilibri geopolitici, ci ha portato a conoscere giovani di altri paesi attivi in vari movimenti.

La nostra ricerca di libertà e giustizia ci porta a opporci ai crimini che l’imperialismo compie nel mondo e a solidarizzare con chi lotta per la propria liberazione. Dalla Palestina al Sahel, passando per lo Yemen e il Donbass, sosteniamo chi resiste contro i tentacoli della NATO e dei suoi alleati.

Noi cerchiamo di fare il nostro qui a Trieste, battendoci per un TLT che sia faro di libertà, multiculturalità, pace e fratellanza. Per questo ci opporremo alla trasformazione del porto franco in un bastione militare della NATO (come vorrebbe l’Atlantic Council) e all’illegale amministrazione italiana.

Rivendichiamo tutto quanto espresso senza vergogna alcuna.

Ringraziando Il Piccolo per la grande inserzione pubblicitaria che ci ha gentilmente offerto, invitiamo chiunque abbia a cuore la pace e il futuro di Trieste ad essere in piazza con noi il 15 settembre!

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *