Il Territorio Libero di Trieste: la chiave per un mondo multipolare

Il mondo moderno si trova dinanzi a una lotta epocale. La bestia liberale avanza il proprio vangelo del Nulla, “liberandoci” prima da ogni istituzione e identità collettiva, fino ad arrivare ad attaccare la nostra stessa umanità. Il liberalismo mutatosi con il 1968 nella sua forma post-ideologica ambisce per logica interna all’ ideologia di liberare l’uomo da se stesso, rendendoci così soggetti all’ unica cosa che rimane, il nuovo idolo, il freddo e anonimo mercato. La nostra identità diventa così riducibile al Nulla.

Nel conflitto in Ucraina si combatte tra l’unipolarità del braccio armato della NATO e la Russia, che sta pagando con il sangue l’aurora di un nuovo mondo multipolare. Il sistema capitalista liberale occidentale, emerso vittorioso dal XX secolo, non può sopportare alcuna concorrenza. L’espansionismo della NATO ad Est ha il suo seme nella natura totalitaria dell’ideologia liberale che lotta per la sua “Fine della Storia”, la vittoria del Nulla. Il liberalismo trionferà e imporrà il suo modello economico e sociale a tutto il mondo, oppure verrà fermato dalla forza della multipolarità geopolitica.

La terza guerra mondiale è inevitabile se l’Occidente continua il suo corso ideologico: è in gioco la nostra stessa esistenza. Tuttavia, nel cuore dell’Europa si trova un potente strumento geopolitico che potrebbe cambiare le carte in gioco. Il Territorio Libero di Trieste (TLT), è stato creato dall’articolo 21 del Trattato di pace di Parigi del 1947, in una situazione geopolitica tesa come quella attuale. Riconosciuto dalla risoluzione n. 16 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dalla legge italiana 3054/52, il TLT è stato concepito come un equalizzatore geopolitico, uno strumento di multipolarità necessario in quell’ Europa ancora dilaniata dalla guerra.

Trieste ha sempre avuto un’enorme importanza strategica. La città si trova nel cuore dell’Europa sul mare Adriatico ed è stata storicamente il porto di collegamento tra il mondo tedesco, slavo e latino. Nel corso dell’Ottocento Trieste divenne il principale porto dell’Impero austro-ungarico ed è tuttora il più grande porto sotto amministrazione italiana e il tredicesimo più trafficato di tutta Europa.

Oltre alla posizione geografica, la costituzione giuridica del TLT lo rende uno strumento straordinario per la multipolarità. Il Trattato di pace di Parigi definisce il TLT come territorio neutrale e smilitarizzato. Nessuna forza militare può entrare nelle sue frontiere senza l’approvazione unanime del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Per queste sue peculiarità, la neutralità di questa città strategica non potrà mai essere rovesciata a favore di una potenza straniera.

Oltre alla sua neutralità, il trattato di pace di Parigi istituisce il porto franco internazionale di Trieste. Il diritto internazionale, se rispettato, consentirebbe a tutti i paesi del mondo di accedere al porto strategico di Trieste, nel cuore della Mitteleuropa. A nessuna nazione può essere vietato l’accesso al porto. Tutti i paesi, compresi quelli non allineati al sistema liberale e sanzionati dall’Occidente, avrebbero accesso al cuore dell’Europa.

Inoltre, il rispetto del diritto internazionale nel TLT deve essere garantito da un governatore nominato all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La figura viene scelta dai principali paesi del mondo, rendendolo per definizione uno strumento di multipolarità. Nessun paese può usare i poteri del Governatore per i propri scopi, poiché egli rappresenterebbe e risponderebbe solo all’intero Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Tuttavia, il diritto internazionale non è stato rispettato. La ragione è ovvia: la geopolitica. Le potenze occidentali non potevano consentire la piena applicazione del trattato di pace di Parigi, poiché ciò avrebbe minacciato i loro interessi geopolitici. Le forze alleate ostracizzarono la nomina di un governatore, rendendo impossibile la piena applicazione del trattato di pace di Parigi.

Il Memorandum di Londra del 1954 sub-affidò l’amministrazione civile e temporanea del TLT all’Italia e alla Jugoslavia. I rispettivi governi non riacquistarono la sovranità persa nel 1947. Ufficialmente e sulla carta, essi avevano la responsabilità giuridica di salvaguardare il diritto internazionale nel TLT e di facilitare la piena applicazione del Trattato di pace di Parigi. Ma così non fu. Sia l’Italia che la Jugoslavia hanno agito nell’interesse delle potenze occidentali e hanno simulato la sovranità e annesso militarmente il TLT.

Successivamente il trattato di Osimo del 1975 divise illegalmente il TLT dando la zona A all’ Italia e la zona B alla Jugoslavia. Il trattato di Osimo fu bilaterale, quindi firmato solo dall’Italia e dalla Jugoslavia e non dal Consiglio di sicurezza dell’ONU che istituì il TLT nel 1947. I due paesi non avevano l’autorità di suddividere ulteriormente TLT simulando la loro sovranità su uno Stato indipendente. Infatti, il Trattato di Osimo è stato registrato presso le Nazioni Unite solo nel 1987 ed è stata aggiunta una nota in cui si afferma che il Trattato è nullo ogni qualvolta sia in contrasto con il Trattato di pace di Parigi del 1947.

In passato, i movimenti che lottavano per il TLT sono stati distrutti dall’interno attraverso il coinvolgimento dei servizi segreti, campagne di propaganda e qualsiasi altro sporco trucco. Da un lato, lo Stato italiano contraddice la propria legge e sostiene l’inesistenza TLT, dall’altro utilizza il porto esente da dazi istituito dallo stesso articolo per ingrassare le tasche delle multinazionali come la British American Tobacco. Per lo Stato italiano il diritto internazionale è valido solo quando serve l’interesse del capitale finanziario. Temono l’apertura del vaso di Pandora.

Il Fronte della Primavera Triestina/Zveza Tržaške Pomladi è un movimento giovanile che lotta per la piena applicazione dell’articolo 21 del Trattato di pace di Parigi e la creazione effettiva del Territorio Libero di Trieste. il TLT ha il potenziale di  contribuire alla giusta lotta per un mondo multipolare e creare un’Europa libera e sovrana.

La Questione di Trieste è tutt’altro che chiusa. In un periodo in cui la tensione geopolitica è alle stelle, il TLT è più importante che mai. La corretta applicazione dell’articolo 21 del Trattato di pace di Parigi aiuterà sicuramente i Paesi che combattono il Fine Storia liberale e il sistema globalista.

L’impatto della nostra causa va ben oltre i confini del TLT. Occorre esercitare pressioni sullo Stato italiano a livello locale, nazionale e internazionale affinché la verità trionfi. Siamo a disposizione per ulteriore documentazione giuridica, dialogo e collaborazione con chiunque comprenda l’importanza del TLT e condivida il nostro obiettivo comune di un mondo multipolare.

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