Quest’anno il popolo del Territorio Libero tornerà nuovamente in piazza per dimostrare la propria contrarietà alle scellerate politiche che il Governo italiano, amministratore provvisorio, sta attuando a Trieste.
Parola d’ordine della protesta sarà “Trieste città di pace”, per rimarcare nuovamente e ad alta voce che Trieste, secondo il diritto internazionale, non può essere utilizzata per la guerra criminale che la NATO sta foraggiando in Ucraina.
Contro la malagestione del Governo italiano, amministratore provvisorio
Le deficienze su tutti i livelli dell’amministrazione italiana sono sempre più pressanti ed evidenti: dalle opere pubbliche mai concluse (vedasi i casi del tram di Opicina e dei cedimenti in Strada del Friuli, che da più di un anno attendono un intervento), a progetti del tutto inutili oltreché impopolari (come nel caso della cabinovia e dello spostamento del Burlo in zona Cattinara). A ciò si aggiunge la quasi totale sordità delle istituzioni pubbliche alle legittime richieste e perplessità dei cittadini, con i vari comitati che vengono puntualmente inascoltati e zittiti.
Contro l’illegalità perpetua che vige a Trieste
Il Territorio Libero, amministrato dal Governo italiano, si trova in pratica dal 1954 in condizione di parziale illegalità, con il tacito accordo tra il Governo italiano, amministratore provvisorio, e l’ONU, che è l’ente preposto a garanzia dei nostri diritti. Si consideri, poi, che ai sensi del Memorandum del 1954, l’ONU può inviare i propri funzionari per verificare la corretta esecuzione dell’amministrazione italiana come e quando vuole, anche senza preavvisare il Governo italiano. Che nessuno si illuda, per ciò, ad attendere che un fantomatico garante della legalità internazionale si attivi di propria sponte: ciò è antistorico e utopistico. Gli unici a poter lottare per la difesa e l’esecuzione dei propri diritti siamo noi, ovvero il popolo che legittimamente occupa questo territorio.
Contro Trieste base NATO
L’esempio più attuale delle inadempienze dell’amministratore italiano è l’utilizzo di Trieste – territorio neutrale e demilitarizzato – come zona di transito per le armi destinate all’esercito ucraino (la qual cosa ha interessato parecchi giornali e blog russi tra il maggio-giugno di quest’anno). Oltre ad essere del tutto illegale, è un vero e proprio schiaffo alla legge internazionale, che nuovamente dimostra la propria impotenza dinanzi alla legge del più forte.
Se la legge non ci tutela, nuovamente è solo il popolo l’unico legittimo padrone del proprio avvenire, e ha perciò tutto il diritto (diremmo: il dovere) di farsi sentire.
Per un’Italia veramente libera, sovrana e indipendente
Il gioco del potere è sempre stato quello di dividere il popolo in fazioni. Chi si batteva per il Territorio Libero, veniva in passato presentato dalla propaganda di regime come anti-italiano, traditore della patria, colluso con il panslavismo comunista del secolo scorso che ha indelebilmente segnato, assieme ai fascismi, le nostre terre.
E’ giunta l’ora di abbandonare questa logica ottusa e imposta dai nostri padroni. Se vogliamo veramente scardinare il potere che ci tiranneggia – e che ha mostrato in questi ultimi tempi il suo vero volto – è necessario abbandonare gli odi reciproci, ancorché privi di fondamento. Non siamo anti-italiani; al contrario, vorremmo vedere un’Italia veramente sovrana, indipendente e libera dal giogo atlantista.
La causa legalitaria del Territorio Libero è l’unica vera arma che può dare compimento ad un tale progetto – e proprio per questo fu sempre avversata dai nostri amici a stelle e strisce, che pure loro stessi hanno contribuito a creare.
Per “Trieste città di pace”
Le peculiarità del Trattato di pace possono apportare all’Italia, qualora si decidesse ad applicarle, il ruolo guida dei paesi pacificatori nell’odierna Europa sull’orlo della guerra generale. Ciò comporterebbe, a cascata, un duro colpo per l’ordine atlantico unipolare, che si vedrebbe negato l’utilizzo di Trieste, del suo territorio ma, soprattutto, del suo porto come base militare. Il commercio con tutti gli stati del mondo che il porto franco internazionale garantisce, annullerebbe in una certa misura gli effetti delle sanzioni che gli USA, “garanti” della morale e del vivere pacifico, hanno imposto alle nazioni “dissidenti”.
Con ciò, la veloce ascesa degli stati BRICS – contrapposti idealmente agli stati satelliti degli USA – sarebbe certamente favorita, qualora il diritto internazionale a Trieste venisse applicato.
Scendiamo in campo il 15 settembre
Scendiamo in campo il 15 settembre, giornata dell’entrata in vigore del Trattato di pace, per un corteo che partirà da Largo Città di Santos (ex Tripcovich, altro scempio della fallimentare amministrazione comunale) per giungere sino in Piazza Grande, la nostra piazza più significativa.
Aperte le adesioni per qualsiasi associazione, movimento politico, gruppo che si voglia impegnare concretamente per dare al Territorio Libero di Trieste, ma in verità anche all’Italia, un futuro degno di questo nome.